- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 21/05/2022

Mecna torna da solista con il brano “Sempre il buio”, un sound più intimo ed elettronico ed un testo che ci parla, quasi come se l’artista ce lo stesse confidando davanti ad una tisana serale, mentre fuori c’è il temporale.
“Vale di più un “Mi manchi” detto dopo anni, un “Ci sono sempre”, un “Non mi chiami mai” o “Di quale colore vuoi le tende?” È un amore tormentato quello che descrive Mecna, fatto di luci ed ombre, di ricerca della luna nascosta dietro le nuvole e di accettazione che la realtà non è sempre rose e fiori. Il tempo passa, a volte anche troppo velocemente, e le cose cambiano senza che ce ne accorgiamo: un giorno ci svegliamo e ci rendiamo conto che forse la persona che vorremmo accanto tutta la vita è proprio quella che abbiamo sempre avuto sotto gli occhi ma la vedevamo con occhi diversi, altre volte è il vuoto quello che più ci spaventa, la paura di rimanere soli con il nostro cosmo dentro che ci fa precipitare giù nel dirupo dei nostri pensieri e dal quale ci sembra impossibile riemergere.
Alla fine la cosa più importante da fare è riuscire a capirsi, trovare la forza di accettare i difetti dell’altro e di fare accettare i nostri, senza pregiudizi o vergogne: riuscire a mettersi a nudo veramente e cercare di mettere in luce tutte le nostre sfaccettature, nell’attesa di trovare qualcuno per cui valga la pena spogliarsi e lasciarci scivolare addosso la pioggia che deriva dal temporale che ci portiamo dentro.
Mecna chiude il brano cantando “anche se scappo in un’altra città, mi segue sempre il buio” con voce distorta che ci fa scivolare all’interno del suo tormento e, unendolo al nostro, riusciamo ad accoglierlo: “Sempre il buio” è un pezzo intimo, di cui apprezziamo particolarmente la sua introspezione perché lo sentiamo ancora più vicino a noi.
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