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MEGANOIDI – MESCLA [RECENSIONE]

Nei vent’anni (abbondanti) di carriera discografica dei Meganoidi abbiamo imparato che l’imprevedibilità artistica della band genovese non lascia spazio ad aspettative, visto che molto spesso si sono rivelate addirittura stravolte.
“Mescla”, uscito lo scorso venerdì, è il loro settimo album: dopo un avvio in stile Punkreas la band rientra in dei canoni stilistici di rock classico e maturo, ma pur sempre fortemente contaminato.
Brani riflessivi e socialmente schierati verso il bene, come da sempre accade: i Meganoidi mantengono il loro taglio nella stesura delle liriche, mentre musicalmente si ha l’impressione che la band non affondi con decisione le proprie sonorità come facevano una volta (“Outside the Loop Stupendo Sensation” docet).
Ah, a proposito: la nostalgica “1982” ci ha ricordato molto la malinconia che suscitava e suscita tuttora quel capolavoro che fu “Zeta Reticoli”, e questo comunque ci basta per ricucire la ferita ancora aperta causata dall’uscita di “Granvanoeli”, dove ci si mise dinnanzi all’evidenza che i Meganoidi non sarebbero più stati adatti al pogo più o meno raffinato del suo ska-punk.
Beh, comunque bentornati ragazzi: “Mescla” è la comprovata maturità artistica della band, che ci lascia in eredità forse il miglior progetto degli ultimi quindici anni della loro longeva carriera. 

 

TRACCIA PREFERITA: NON INDUGIO

GIUDIZIO FINALE
7.2/10

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