- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 07/10/2019

A distanza di ben quattro anni abbondanti dall’ultimo album d’inediti “Passione Maledetta” (capace di collezionare ben quattro dischi di platino), tornano sulle scene i Modà, band capitanata dal carismatico leader Francesco Silvestre.
“Testa o croce” ha finalmente visto la luce lo scorso venerdì, per la gioia incontenibile della folta schiera di fan che aspettava questo momento da parecchio tempo, e a dispetto del non entusiasmante debutto del singolo che ha anticipato l’album: “Quel sorriso in volto” ha infatti faticato ad inserirsi tra le nuove leve della musica italiana,ormai orientata verso sonorità piuttosto distanti.
La prima delle tredici tracce che compongono l’album è quella che da il nome all’intero progetto: nella fatalista e nostalgica “Testa o croce” la band si mostra inizialmente riflessiva, per poi urlarci la loro tipica emotività nel finale; a seguire, il singolo citato poco fa, che racconta la storia di un rapporto sentimentale talmente saldo da superare qualsiasi difficoltà.
La cantautorale “Puoi leggerlo solo di sera” precede uno dei brani simboli di questo lavoro: “Quelli come me” è un inno alla semplicità ed al romanticismo dell’autore del testo, che con l’interpretazione del buon Kekko acquista carisma, grinta ed estro; a seguire la rock e passionale “Per una notte insieme”, capace di richiamare un vissuto diffuso e di far immedesimare l’ascoltatore medio.
In “Voglio solo il tuo sorriso” il romanticismo diventa straziante nel realizzare la possibilità concreta che tutto quanto stia volgendo al termine, mentre “Una vita non mi basta” è un gioioso e sfrontato inno alla vita ed alla lungimiranza delle donne.
A continuare il saliscendi di emozioni ci pensa l’ottava traccia, “Non respiro”, che ci narra in maniera nostalgica il rapporto tormentato di una coppia orgogliosa ma consapevole di avere bisogno l’un l’altro; “La fata” è invece un brano tenero ed emozionante interamente dedicato alla figlia.
“Non te la prendere” si sposta nuovamente su sonorità rock, con un testo piuttosto scanzonato e poco impegnato; con “Love in the ’50s” i Modà ci propongono una ballad molto intensa, che dichiara apertamente l’amore provato per la destinataria del brano.
L’album vira verso la chiusura: l’ultima traccia, “Guarda le luci di questa città”, è il singolo attualmente in rotazione nelle radio italiane, che ci regala una sontuosa fotografia di Milano; c’è spazio anche per una bonus track, “Quel sorriso Giogiò”, un interpretazione molto simpatica del brano “Quel sorriso in volto” da parte della figlia di Kekko.
Un ‘album d’amore, insomma, in pieno stile Modà: Silvestre e soci non rinunciano con “Testa o croce” al forte impatto emotivo che i loro brani hanno da sempre ottenuto sull’ascoltatore, ben consapevoli di soddisfare quei fan che hanno vissuto, sofferto e sognato con i loro brani.
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Tags: modà, recensione, testa o croce