- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 29/01/2021

“Storia di un occidentale” è il primo disco da solista del cantautore romano Federico Antonio Petitto alias Moderno, professore di filosofia con alle spalle rispettabili esperienze artistiche come membro delle band Unminutodisilenzio e Io non sono Bogte.
È un album estremante attuale benché frutto di un lavoro iniziato anni addietro, nel quale si parla di incertezze sentimentali, sociali ed esistenziali (“lo spirito del tempo ci sta attraversando lasciando rughe”, dice in “Mistupisco”) ma soprattutto del bisogno di fare esperienze collettive, come se fossimo parti di un tutto che deve combaciare per avere un senso.
Desta curiosamente più interesse, specialmente in avvio, il livello di arrangiamenti sonori e strumentali rispetto ai testi, soprattutto se consideriamo il background filosofico dell’artista; la leggerezza pop e le armonie dei synth risultano alquanto gradevoli.
Tra i brani da segnalare citiamo “L’ultima canzone dell’ umanità”, pezzo dal ritmo incalzante, con un refrain che ti smuove e ti rimane in testa; la preferita è però “S.e.r.e.n.a.”., una sorta di ballad pacata, nostalgica e riflessiva in cui è tangibile, tra le liriche, l’ingombrante presenza di una passione che fatica a sopirsi (“le tue parole sono gocce dal cuore”).
TRACCIA PREFERITA: S.e.r.e.n.a.