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MYSS KETA – PAPRIKA

Universal si è sempre assunta delle grosse responsabilità. Consapevoli, progettate. Ma pur sempre delle responsabilità. Lo fece tempo addietro quando mise sotto contratto Fabri Fibra per l’album ”Tradimento”, tirandosi addosso inevitabili polemiche per i contenuti dei testi del rapper di Senigallia, all’epoca considerati tabù; lo fa anche ora, lanciando il nuovo progetto di Myss Keta, ”Paprika”, cercando di risollevare i risultati del precedente album, ”Una vita in capslock”. E rispetto a quel lavoro, sceglie di alzare il tiro, facendola affiancare nelle numerosissime collaborazioni da artisti davvero altisonanti. 

Lei, artista controversa e provocante, è salita alla ribalta per il suo look ignoto e misterioso, oltre che per i testi, conditi da riferimenti per nulla velati a sesso e droga. Ma le capacità ci sono, eccome. E lo dimostra dal principio , dove nella traccia ”Battere il ferro finchè è caldo”, dai ritmi hip-hop, dimostra potenzialità non indifferenti, coaudivata da una produzione fantastica.

Ma l’hip-hop è tutto e niente in questo album, travolto da una serie di contaminazioni: dalla trap, distinguibile in ”Top” featuring Luchè e nella capricciosa ”Main Bitch”, al reggaeton, presente nel singolo che ha anticipato l’album, ”Pazzeska”, in collaborazione con Guè Pequeno, e percebibile in ”Clique”, decima traccia dell’album. 

Inoltre, possiamo trovare pezzi più lenti, come ”Mortacci tua”, o come l’intima ”Fa paura perchè è vero”, in collaborazione con l’ultimo vincitore del Festival di Sanremo, Mahmmod; pezzi più poppeggianti, come ”100 rose per te” con Quentin40 (a proposito, oggi è uscito anche il suo album), traccia che ci è piaciuta molto, dove Myss Keta racconta a suo modo un’intrinseca infatuazione, o le determinate e di forte personalità ”Ragazze di Porta Venezia” con Elodie, Priestess e Joan Thiele.

Come da tradizione, non potevano mancare marcati inquinamenti elettronici: ”Una donna che conta Remix” con Wayne della Dark Polo Gang , ”Botox” con Gemitaiz e ”B.O.N.O.” hanno risonanze techno, che si fanno decisamente più insistenti nella tredicesima traccia dell’album, ”La casa degli specchi”, prodotta da Gabry Ponte: qui viene espletato il fascino e il gusto della difficoltà.

Concludendo, vorremmo riallacciarci al discorso d’apertura: Universal, se tanto ha osato, è perchè ha ponderato l’intera opera, sfruttando l’onda energetica positiva degli artisti che hanno collaborato e le capacità di un’ artista poliedrica, che sa cosa piace e lo serve, giocando a fare la sciupauomini dal fare esuberante. 

A noi l’album è piaciuto, e siamo contenti che ci abbia dimostrato di non essere un opera trash come poteva rischiare di essere. La trasgressione eccessiva si è fatta meno marcata delle opere precedenti, e questo aiuta a renderlo più mainstream e meno undergound, vero obiettivo dell’etichetta. 

TRACCIA PREFERITA: 100 ROSE PER TE, FA PAURA PERCHE’ E’ VERO

GIUDIZIO FINALE
7.5/10

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