- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 07/07/2022

Il 2022 non sembrava dovesse essere un anno da ricordare per Neima Ezza: nel mese di gennaio è stato arrestato assieme a Baby Gang per rapina – i due sono stati scagionati pochi giorni dopo – e la musica sembrava essere l’ultimo dei suoi problemi. In realtà non è stato così, e la prova è stata il mixtape della Seven 7oo dove Amine Ezzaroui – questo il suo vero nome – ha dimostrato che oltre i gossip riesce ad essere un buon rapper.
Ora, dopo aver testato per bene il terreno, è giunto finalmente il momento del primo lavoro ufficiale del rapper di San Siro. “Giù” contiene le produzioni dei 2nd Roof, Nko, ROOM9 e Dystopic, mentre al microfono troviamo Rondodasosa, Baby Gang e Vale Pain. Un disco che possiamo definire home made, senza collaborazioni altisonanti per alimentare l’interesse; Neima continua i suoi racconti di strada, e si districa tra sonorità varie che spaziano dalle influenze francesi (“C’EST PAS FACIL”) a quelle caraibiche (“BEBE”, “LEI”), passando per la dance (“GIÙ”, “ANNI 90”) e il pop (“EURO”).
Le liriche riescono ad essere varie come le produzioni: anche se a volte i concetti si ripetono, l’artista riesce a non annoiare, raccontando storie ogni volta diverse ed esposte in maniera interessante. Con “Giù” Neima Ezza dimostra di essere aperto musicalmente, di non focalizzarsi solo sulla drill, e di riuscire ad interfacciarsi con sonorità lontane dalle sue. Anche i pochi ospiti chiamati hanno saputo mantenere inalterata l’esperienza d’ascolto.
Gli anni passati in Yella hanno aiutato sicuramente Neima nella realizzazione del disco: anche inconsapevolmente, Jake La Furia e Big Fish hanno mostrato al giovane artista un modo diverso di intendere la musica, dandogli maggiore sicurezza rispetto ad altri emergenti.
TRACCIA PREFERITA: Anni 90
Tags: giù, Neima Ezza, rap italiano, recensione