- per Antonio Contu'
- in Novità
- on 11/03/2023

Ieri è uscito il quarto capitolo di una delle saghe più longeve del panorama musicale nostrano: Nesli è infatti tornato sul mercato discografico con il suo “Nesliving“, intitolato per l’occasione “Il Seme Cattivo”.
Abbiamo raggiunto telefonicamente il 42enne artista di Senigallia per parlare del nuovo progetto, ma anche di ciò è stato e sarà il suo percorso artistico, scoprendo non solo le sue ambizioni ma anche qualche chicca riguardante il background musicale.
Ciao Francesco, grazie per esserti reso disponibile alle nostre domande. Finalmente ci siamo: il quarto volume di Nesliving è ormai realtà. La scelta di chiamarlo “Il Seme Cattivo” porta il fruitore finale ad aspettarsi un progetto critico, prima di approcciarsi all’ascolto: cosa porta, in realtà, questo tuo nuovo capitolo discografico?
Il concept ha un titolo molto forte per il mio bisogno di aprirmi al pubblico, sia nelle interviste che nella promozione, così come nell’approccio all’album. C’è la volontà di dire tanto, di dire tutto… questo lavoro vuole portare un atto coraggioso e rivoluzionario: non sto cercando l’accondiscendenza del pubblico né tantomeno di farmi dire “bravo”, c’è solamente la mia esigenza di comunicare.
Si nota, nella scelta degli ospiti, il bisogno di andare incontro ai tuoi gusti personali piuttosto che a nomi altisonanti: quale featuring ti ha sorpreso di più, quando hai riascoltato il risultato finale?
Le due emergenti mi hanno sconvolto in senso positivo, tanto da volerle assolutamente con me in questo progetto così importante. Proprio riascoltando il lavoro ci siamo resi conto di quanto fosse fortissimo quanto prodotto, dando dunque ragione alla mia scelta… Ne sono veramente contento. Gli altri pezzi sono con artisti con il quale sognavo di collaborare, in quanto sono un loro grande fan in qualche modo, quindi avevo il piacere di condividere questo ultimo tassello per me tanto importante con loro.
Cosa t’ispira nella creazione dei tuoi lavori? Alcuni artisti traggono ispirazione da libri, film, o addirittura sogni…
Io traggo ispirazione da tutto ciò che m’ispira.
So che può sembrare una frase stupida, ma è proprio così… Molto spesso può derivare da qualcosa che vedo, come panorami naturali, scorci di città, luci… Sono comunque un gran consumatore di film e, periodicamente, libri: questi ultimi li divoro soprattutto ad agosto sotto l’ombrellone, e sono convinto che ciò che leggo si depositi da qualche parte nel cervello e poi esca in maniera naturale. È comunque dal mio mondo che prendo la maggior parte dell’ispirazione.
Ti faccio una domanda più generica sulla tua carriera: come artista quali pensi che siano i tuoi punti di forza e le tue debolezze?
Debolezze sono tantissime, perché sono figlie dell’essere umano; punti di forza, come dimostra questo album, è il messaggio stesso che rappresenta il disco: l’atto coraggioso di voler esistere, questo formato che sta morendo e di un concept collegato… L’esserci, il fatto che sto disco esista è la testimonianza e il pregio di questo progetto.
Capisco. Questo si discosta dai vecchi progetti che solo recentemente hai caricato sulle piattaforme streaming per cercare di essere al passo coi tempi, oggettivamente….
Esatto, esatto. Non sono certo un negazionista: se si è, ne faccio parte, ma il senso era quello di una pubblicazione di un album che non poteva contenere 10 tracce e 7 le avevo già pubblicate.
Chiarissimo. Uno dei tuoi cavalli di battaglia (“La Fine”) è stato recentemente celebrato durante il Festival di Sanremo da Lazza ed Emma Marrone, accompagnati da Laura Marzadori. Sappiamo già quanto tu abbia apprezzato l’interpretazione, dunque vorremmo chiederti qualcosa di diverso: il Nesli di adesso tornerebbe su quel palco?
Assolutamente sì. Ora come ora ti direi di no perché la mia scelta è quella di proseguire come autore di canzoni, però Sanremo riamane il posto più prestigioso dove rappresentare la propria musica.
Il terzo Nesliving è stato per te una consacrazione, tra primo posto in classifica di vendite e disco d’oro. Prima di salutarci ti chiedo: quali ambizioni ha il quarto capitolo si questo tuo “testamento musicale”?
Ambizioni da quel punto di vista non ne ho, sarei un pazzo ad averne. Vorrei però che questo disco sia come un countdown di qualcosa che esplode, poi non sò se qualcosa esploderà…. Non parlo di numeri, ma proprio di tracce indelebili per chi ascolta. Vorrei che fosse uno di quegli album in cui ad una persona qualunque gli chiedono: “qual’è il disco che ti ha cambiato la vita?” Ecco, quello mi piacerebbe, che questo Nesliving possa rientrare nei cinque album che ti cambiano la vita, o comunque quel periodo, ecco.
Collegandomi a questo ti faccio un ultimissima domanda: se ti dovessi chiedere tre album che a Nesli hanno cambiato la vita?
Ah, cazzo, bella questa….
I primi che ti vengono in mente, senza pensarci troppo.
Ok, ok. Ti dico “My Will” di Teflon, “ATLiens” degli Outkast e “Life After Death” di Notorious B.I.G.
Grazie Nesli, in bocca al lupo per i tuoi progetti e complimenti per tutti i tuoi lavori.
Grazie, grazie mille, gentilissimi!
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