- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 07/12/2021

Con “Quanti” il produttore, musicista e cantautore Gianluca Lo Presti, in arte Nevica, conclude la sua “trilogia dell’anima” iniziata con l’album “Sputnik”, pubblicato nel 2016.
Due anni sono invece passati dall’ultimo suo progetto discografico, “Tengo”; questa distanza cronologica si nota anche (e soprattutto) dal punto di vista musicale: le atmosfere a tratti psichedeliche del penultimo progetto si spogliano, ora, della loro materialità, acquisendo così un forte carattere etereo, a-temporale.
“Quanti” è un album interamente dedicato alla figura del padre dell’artista, venuto a mancare di recente, e l’eternità dell’amore nei suoi confronti riecheggia così nella propagazione sonora della musica di Nevica. Questa dimensione spaziale, la quale, paradossalmente, sembra sospendere il decorso cronologico degli eventi già udibile nei due singoli che hanno anticipato “Quanti” (“Aperture” e “Non so chi sei”), si fonde perfettamente con i testi di introspettivi ed intimistici di ciascuna canzone.
Ogni singola traccia emana grande energia, tutta protesa verso una catarsi soggettiva, un’espiazione di sentimenti caotici e tra loro contrastanti. Così, per aiutarsi in tale percorso, Nevica utilizza all’interno di quest’album vecchi nastri contenenti spezzoni di vita quotidiana raccontata dallo stesso padre, come fece già precedentemente in un EP del 1997, “I Frammenti del mio io”.
L’effetto finale è di grande fattura: il tutto acquista un vero e proprio carattere di cerimonia (svincolata assolutamente da collegamenti religiosi o moralistici), un elogio agli affetti, ai propri progetti, a sé stessi, il tutto narrato tenendo conto dell’obbligatorio corso e decorso temporale della vita.
TRACCIA PREFERITA: Quanti
Tags: Nevica, recensione