- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 18/10/2022

Il rap al giorno d’oggi assume diverse sfumature, ed è impossibile non trovare un artista che rispecchi i propri gusti. Sebbene ora vadano per la maggiore i bpm bassi, i suoni elettronici e le parole hanno un po’ perso di incisività: fortunatamente ci sono rapper che hanno ancora a cuore il suono classico e danno il giusto peso alle rime. Tra questi c’è Nex Cassel, portabandiera del rap veneto che non si è mai posto problemi su cosa dire o come.
“Mercato nero” arriva a quasi due anni di distanza da “Vera Pelle”, e come ogni disco di Nex l’unica cosa in comune con il disco precedente sono le rime scorrette. Se nello scorso progetto trovavamo tracce più sperimentali come “Vita in tuta”, stavolta le sonorità sono influenzate prevalentemente dal rap degli anni ’90: dai richiami ai Mobb Deep in “Lifestyle” al Wu Tang Clan in “Cannoni di Navarone”, dall’omaggio ai Sangue Misto in “Piante Grasse” a quello per Primo in “Un Macello” assieme a Danno.
Ma non solo, perché Nex Cassel oltre a regalarci barre esilaranti come “Ho smontato anche il cruscotto che passavo per Mendrisio / Ma mi hanno preso a Caorle come anche a Claudio Bisio” ha raccolto nella stessa traccia (“F35”) dei pesi massimi dei tecnicismi come Nerone, Warez e Mattak, realizzando un brano energico che ogni fan del rap vecchia scuola apprezzerà sicuramente.
Non per ultimo, è giusto sottolineare come l’intero album sia stato prodotto dallo stesso Nex, rendendo “Mercato nero” una sorta di producer album – come ribadito anche dallo stesso artista su Instagram. I beat rispecchiano totalmente la personalità del rapper: nessun azzardo, solo sample tagliati ottimamente e batterie decise che fanno muovere il collo. “Mercato nero” non è il disco che rivoluzionerà il rap italiano ma è in lizza tra i progetti underground più interessanti di quest’anno.
TRACCIA PREFERITA: 24h
Tags: Mercato nero, Nex cassel, rap italiano, recensione