- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 27/05/2022

Prima dello scorso anno il nome di Not Good era sconosciuto ai più, ma grazie alla firma con Hateful e la pubblicazione di “Erba Nei Jeans” il suo nome ha cominciato a circolare e l’interesse su di lui è aumentato notevolmente. A pochi mesi dal suo progetto di debutto, il rapper classe 1997 ha rilasciato “Vero Liricista”, EP che si discosta dal precedente per le tematiche e le sonorità variegate.
Il lato sognatore dell’artista, infatti, viene accantonato per mostrare la sua parte più reale. La title track si apre con “Sogno un mondo senza sbirro, nell’arte come Pollock / Ma in Italia abbiamo Pillon e la polvere di Pollon”, per poi continuare con reminiscenze sugli esordi – citando volti noti dell’undergound milanese e non – ed esibendo la propria credibilità.
“in una bara” è un attacco all’industria discografica e ai fan irrispettosi, mentre “Vetri Fumé” è un ottimo club banger con la partecipazione di Chadia Rodriguez. Le sonorità si intristiscono in “Radio Malinconia” – nel quale Not Good parla di una storia d’amore travagliata – e in “Qualcosa cambia” con Vegas Jones. Il progetto termina con “Come ti pare”, brano aggressivo e polemico che interrompe correttamente il mood che si era venuto a creare.
Avere l’appoggio di un peso massimo come Emis Killa è sicuramente un ottimo punto di partenza, ma per avere il sostegno del pubblico bisogna fare affidamento unicamente sul proprio talento. Not Good con “Vero Liricista” dimostra nuovamente di essere capace a rappare, di raccontare la propria vita in maniera originale – tra ottimi cambi di flow e wordplay disseminati qua e là nelle strofe – aggiungendo maggiore personalità al prodotto rispetto al passato. I due EP hanno sondato il terreno, ora il rapper, dopo anni di gavetta, può considerarsi pronto per tentare il passo avanti necessario a dare una spinta alla sua carriera.
TRACCIA PREFERITA: “in una bara”
Tags: Not good, rap italiano, recensione, Vero Liricista