- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 03/11/2022

Il rapper di Rozzano sta letteralmente vivendo un momento magico: se inizialmente tanti hater gli andavano contro perché chiudere le rime non è sempre stata la sua priorità, con il disco di debutto tutti i detrattori si sono dovuti ricredere.
“Salvatore” è un album ben equilibrato tra pezzi conscious e street, e questa deluxe prosegue con la stessa impostazione. Rovinare la formula vincente non conveniva, il rapper però è stato bravo ad inserire le mode degli ultimi mesi in poche tracce.
Questa estate, con la ripresa ufficiale dei concerti, alcuni artisti hanno dominato più di altri, nel bene e nel male, dimostrando quali fossero effettivamente le tracce che coinvolgevano maggiormente il pubblico. Paky è stato bravo a prendere spunto dagli altri cercando di adattare le nuove influenze.
“La Bellavita” con Jul segue la wave francese portata alla ribalta in Italia da Rhove; “Belen” è un banger drill in cui Paky parla della vita in quartiere; “Sharm El Sheikh” contiene il sample di “Jogi” di Panjabi MC e conferma l’interesse delle nuove generazioni nei brani virali dei primi anni 2000; “Onore e rispetto” ha un’atmosfera drill cupa che si sarebbe inserita ottimamente anche nella versione standard di “Salvatore”.
Pochi brani, che aggiungono valore a uno dei lavori più apprezzati dell’anno. Paky conferma di non essere un liricista di alta fattura, allo stesso tempo però è proprio questo modo di esprimersi rozzo e a volte sgrammaticato a far acquistare valore alle sue parole. L’autenticità del rapper si vede in queste piccole cose, e il pubblico, parodie a parte, se n’è accorto.
TRACCIA PREFERITA: : Belen
Tags: Paky, rap italiano, recensione, Salvatore Vive