- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 30/04/2021

Paolo Fanzaga è un compositore, pianista e arrangiatore, oltre che fondatore dell’Accademia Musicale di Treviglio (BG) dove insegna pianoforte, teoria musicale e ne dirige l’orchestra; la sua dimestichezza nel comporre brani lo ha portato a scrivere lavori e arrangiamenti per un ampio ventaglio di organici (da gruppi pop fino a orchestre sinfoniche e musiche da film!).
Una costanza del suo pensiero è di credere nella capacità terapeutica della musica: la prima caratteristica del suo ultimo album intitolato “the Lamp of Invisible Light”, infatti, è quella di utilizzare la frequenza di 432Hz, la quale, anche se a livello di udito superficiale non avvertiamo differenze di altezza, a livello più profondo riesce ad agire e cambiare i processi all’interno dell’organismo, portandoci a una sensazione psicofisica di rilassamento e tranquillità.
Seconda caratteristica di “The Lamp of Invisible Light” è l’aperto omaggio a J. S. Bach, celeberrimo compositore della fondamentale raccolta “Clavicembalo ben temperato”, attraverso la quarta traccia dell’album, intitolata “Pleude- On Bach’s Prelude and Fugue BWV924”.
Altra interessante caratteristica di questa raccolta di brani è l’intima fusione tra il musicista e il proprio strumento, il quale diventa il mezzo attraverso il quale far rivivere esperienze musicali maturate nel corso degli anni.
I diversi titoli delle tracce hanno un forte carattere evocativo-poetico: basti pensare a “La Beatitudine del nulla” o a “La quiete nella tempesta”, i quali si sposano perfettamente con lo stile introspettivo-evocativo della sua musica trasformando l’ascolto in un momento unico, e creando un paesaggio sonoro cangiante, saturo di ricordi e riflessioni, dal quale si rimane profondamente colpiti.
Traccia Preferita: La Beatitudine del Nulla
Tags: Paolo Fanzaga, recensione, The lamp of invisibile light