- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 22/04/2022

XENOVERSO”, il nuovo album di Rancore, rapper romano classe 1989, arriva a quattro anni di distanza da “Musica per bambini”, ma in questo tempo l’artista non è stato fermo, anzi ha dato uno scossone alla sua carriera partecipando al Festival di Sanremo nel 2019 come ospite al fianco di Daniele Silvestri e poi come concorrente l’anno successivo.
Per i rapper, partecipare al Festival della Canzone Italiana vuol dire portare la propria carriera in un’altra direzione, spesso in maniera definitiva. Basti pensare a Rocco Hunt, Achille Lauro o Rkomi, i quali hanno alleggerito notevolmente le sonorità, abbracciando il pop in ogni sua forma. Da questo elenco va però tolto Rancore, che ha deciso semplicemente di affrontare una nuova sfida, senza snaturarsi in alcun modo.
“XENOVERSO”, infatti, è un disco con un concept particolare: come spiegato nello skit “Cronosurfisti” l’autore si trova all’interno dello xenoverso – una sorta di universo parallelo dove ancora tutto è avvolto nel mistero – e deve consegnare delle lettere in tre epoche diverse (“Lontano 2036”, “X Agosto 2048” e “Arakno 2100”) raccontando di una guerra che ha sconvolto il mondo nell’altra dimensione.
Questa però è solo una piccola parte della trama del disco, complesso e ricco di riferimenti. Lo stesso autore paragona l’esperienza d’ascolto alla visione del film Matrix, talmente articolato da risultare di difficile comprensione se visto una sola volta.
A livello di suoni, Rancore si distacca dai soliti stilemi dell’Hip Hop, utilizzando produzioni frenetiche e martellanti, ma anche pop (“Eden”, “Equatore”) e oscure (“Guardie&Ladri”). A fare la differenza, come sempre, ci pensa il rap: l’artista ha un’attenzione maniacale per le parole, al punto che il loro conteggio è diventato il titolo di un brano (“Le Rime (Gara tra 507 parole)”).
Le citazioni cinematografiche e poetiche, il collegamento con il suo album precedente attraverso le lettere mancanti rendono il lavoro di difficile ascolto e allo stesso tempo ipnotico. Non si capisce subito dove Rancore voglia andare a parare, ma la voglia di scoprirlo mantiene alta l’attenzione per tutti i diciassette brani.
TRACCIA PREFERITA: Le Rime (Gara tra 507 parole)
Tags: Rancore, rap italiano, recensione, Xenoverso