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RAPHAEL GUALAZZI – HO UN PIANO [RECENSIONE]

Tra i protagonisti delle uscite della scorsa settimana annoveriamo il poliedrico pianista e cantautore 38enne Raphael Gualazzi, che per la prima volta nella sua carriera discografica ci propone un album completamente in italiano.

A distanza di tre anni e mezzo da “Love Life Peace”, album che lasciava già intravedere un mutamento, il buon Gualazzi ha infatti pubblicato “Ho un piano”, progetto anticipato dal singolo “Vai Via” e dal brano portato all’ultimo Festival di Sanremo, “Carioca”, dove si è fatto apprezzare in particolar modo da critica ed addetti ai lavori. 

L’album si apre con “Nah Nah”, brano di denuncia ma sopratutto di speranza: le musiche del pezzo lasciano subito presagire ciò che sarà, ovvero un progetto musicalmente eclettico e variegato; segue “Immobile aurora”, che si porta su sonorità swing ed r’n’b decisamente più urban nel ritornello: il testo va ad affrontare le classiche incomprensioni sentimentali, con una piacevole attitudine narrativa da parte dell’autore.

La terza traccia è il prima citato brano sanremese, “Carioca”: l’artista qui ci sottopone un testo che sottolinea l’attrazione che può ottenere il fascino sudamericano, riuscendo nell’impresa di far convivere magistralmente pianoforte, sonorità latine, fiati ed un incalzante ritmo dance; “Italià” è invece un brano fiabesco e cantautorale, che va ironicamente a narrarci una novella con protagonisti esponenti politici e fantomatici intrallazzi.

Con “Questa volta no” Gualazzi mescola sonorità soul e r’n’b, avvolgendoci con un brano introspettivo ed emotivo; “La libertà” poni dubbi esistenziali sul valore della parola protagonista del titolo: il brano ci pone una velata critica sociale, mettendo in discussione la libertà d’amare, d’espressione, e di prendere decisioni.

Dopo “Parodia”, brano in cui le sonorità si fanno più inconsuete, quasi sperimentali, incontriamo il singolo “Vai via”: il brano, coaudivato da un intrigante sottofondo blues, è di forte impatto emotivo, e va ad enunciare il sacrificio del sentimento dell’autore per salvaguardare la felicità della protagonista del pezzo; segue la malinconica “Broken Bones”, dove Gualazzi affronta in maniera nostalgica il ricordo di una storia verosimilmente naufragata.

In “Per noi”, penultimo brano dell’album, i toni si riaccendono improvvisamente: Raphael incita a suo modo alla salvaguardia del pianeta, avvalendosi di un ritmo urban latino spalleggiato dall’immancabile pianoforte; chiude il progetto “E se domani”, magistrale cover del celebre brano di Mina interpretato insieme a Simona Molinari, spalla quanto mai azzeccata di Gualazzi nella serata sanremese dedicata alle cover.

In conclusione, “Ho un piano” di Gualazzi è un album che consigliamo fortemente a tutti: nonostante le sonorità e l’attitudine melodica dell’artista possano sembrare di nicchia, questo progetto può rappresentare la vera consacrazione dell’artista marchigiano, che va a confermare le impressioni positive emerse durante la kermesse sanremese e che ci consegna un’artista vero, innovativo e finalmente maturo.

 

TRACCIA PREFERITA: VAI VIA

GIUDIZIO FINALE
8/10
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