- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 18/12/2020

Sono già passati ben sette anni da quando Reverendo, membro più celebre dei Pooglia Tribe, ha pubblicato il suo debutto da solista: “Oltre” ottenne un più che discreto successo, grazie anche alle collaborazioni di artisti di spicco come J-Ax, Grido e Caneda.
Dopo la (per noi splendida) parentesi nei Bari Jungle Brothers e svariati featuring, il buon Francesco Occhiofino (suo vero nome) è tornato con “Uno”, progetto che esula completamente dalla proclività hip-hop che ha sempre contraddistinto il buon Reverendo e che abbraccia invece un attitudine pop-rock, a volte contaminata da un piacevolissimo blues (“L’eco dei tuoi no”) ed a volte da una chiara vocazione cantautorale (“Questi anni”), con la chitarra assoluta protagonista.
La pienezza artistica dell’artista pugliese può considerarsi gemmata da questo progetto, che (come del resto nel primo album) non esita nell’esporre riflessioni sentimentali o comunque emotive (“Il sale in gola”), e che vede al suo interno collaborazioni illustri: oltre all’usato sicuro J-Ax troviamo i nomi di Francesco di Bella (frontman dei 24Grana) e di Awa Fall, quest’ultima presente nell’unico brano in cui Reverendo si affaccia su un mondo a lui tanto caro, quello del reggae.
“Uno” è un album che non va ad abbracciare i cliché urban, sarebbe troppo facile: ne risente il livello produttivo non proprio impeccabile (e che sembra essere registrato in presa diretta), ma non la grande brama di un artista che si dimostra sempre più completo.
TRACCIA PREFERITA: IL SALE IN GOLA
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Tags: recensione, Uno