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rOMA – 1982 [RECENSIONE]

E’ da poco disponibile su tutte le piattaforme digitali “1982” , il secondo album di rOMA (all’anagrafe Vincenzo Romano) edito da Overdub Recordings.
Il titolo è un preludio all’esperienza che l’ascoltatore si appresta a vivere: siamo nell’Italia degli anni 80, in una cameretta che si affaccia su una strada in rivolta, nel pieno della propria rivoluzione.
L’album si presenta come un progetto irruento, scritto e composto di getto e da ascoltare nello stesso modo; a certificare questa peculiarità è anche l’assenza di una vera e propria introduzione, così da ritrovarci subito immersi nel mondo furente di questo artista.
“1982” è un progetto che racconta una rivolta interiore: musica e liriche si fondono in un’energia esplosiva, in grado di coinvolgere l’ascoltatore. rOMA ci racconta i sentimenti umani senza mezzi termini: ci fa vivere la rabbia che si prova nella mancanza, nella solitudine e nell’inadeguatezza, e un attimo dopo ci restituisce un’immagine dell’amore in cui trova spazio la quotidianità.
E’ un disco estremamente intimo che dimostra la consapevolezza di rOMA, tanto dal punto di vista emotivo quanto da quello artistico: il punto di forza di questo artista è la capacità di dare vita a liriche attuali e sincere, che emergono con naturalezza dalla musica.
In “1982” musica e parole (esattamente come presente e passato) sono perfettamente in equilibrio, divisi da una linea sottile: impresa non semplice, trattandosi di un album che spazia e sperimenta con sonorità punk e alternative rock.
“1982” non si pone l’obiettivo di piacere agli altri, perché nasce dalla necessità di scavarsi dentro ed è proprio per questo che funziona.
L’album perfetto, per evadere da una lunga ed alienante domenica.

TRACCIA PREFERITA: Piccoli momenti di lucidità

TESTI
3.5/5
MUSICA
3.5/5
ORIGINALITA'
3.5/5

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