- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 03/11/2021

Di Sacrobosco avevamo già parlato per quanto riguarda il suo EP “Both Sides of the Sky”, il quale era stato definito come progetto “energico e ipnotico”, rappresentante dell’ “altra faccia del mondo dell’Elettronica” del panorama italiano.
Ora, a distanza di sei mesi, Sacrobosco ci propone un nuovo extended play, intitolato “Flamethrower” e pubblicato per l’etichetta Sussidiaria, label di Daniele Carretti (Offlaga Disco Pax, Felpa) e reso disponibile dal 22 ottobre su tutte le piattaforme.
Il nuovo lavoro può essere visto come un prolungamento del precedente “Both sides of the sky”: le tre tracce che compongono “Flamethrower” sono governate anch’esse da atmosfere atemporali, dove le cellule ritmico-melodiche sembrano nascere da brevi cenni musicali, per poi espandersi progressivamente dando origine così a paesaggi sonori dal carattere rarefatto e sognante.
L’Ep si apre con “Flamethrower” che, oltre ad essere la title-track, è anche tra i primi brani ad essere stati scritti da Sacrobosco: la massa sonora di questa traccia si erge al di sopra di un ritmo lento ma scupolosamente ponderato, il quale dà fin dai primi secondi d’ascolto l’incipit di quella che sarà l’atmosfera generale dell’EP.
La traccia successiva, ossia “Okyanus” (da turco “Oceano”) è una traccia di larghe dimensioni (9.32 minuti) e dalla struttura complessa. Essa può essere approssimativamente divisa in due sezioni: una prima parte onirica e sognante, e una seconda invece più sperimentale, dove suoni eterogenei aprono squarci alienanti e utopistici.
Infine, l’ultima traccia è intitolata “Drive”. Questa traccia nasce da una collaborazione a quattro mani con Giulia Bloom, compagna di Sacrobosco, e rappresenta un primo accenno di quelle che saranno le future direzioni musicali che Sacrobosco intraprenderà.
TRACCIA PREFERITA: Flamethrower
Tags: Flamethrower, recensione, Sacrobosco