- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 15/01/2021

Salvatore Altieri è un artista d’esperienza e di personalità: cominciò da autodidatta nel 1999, per poi iniziare a frequentare il “Saint Luise Gollege of Music” di Roma nel 2004; con l’ausilio di lezioni private prese dal suo idolo Marco Sfogli, a partire dal 2007, le sue competenze in campo musicale aumentarono e, in particolare, riuscì sempre più a raffinare il proprio rapporto con la chitarra. Questo studio della materia e dello strumento lo portò, nel 2011, a incidere il suo primo EP intitolato “Dove è meglio che tu sia”, seguito dopo ben otto anni dalla prima release ufficiale intitolata “Dalla Cenere”, album homemade delicato e profondamente introspettivo. Il 28 Novembre 2020, invece, è uscito il suo nuovo progetto, intitolato “Buco Nero”: l’obiettivo sicuramente non è quello di scrivere un album indie superficiale, perché in Altieri è tangibile la brama di voler incidere un qualcosa di originale, del tutto personale, un lavoro che non si attenga ai limiti di genere, ma che sappia compiere azzardi musicali più consapevoli. Questa sua audacia riesce a dare credibilità all’idea di base dell’album, ossia quella di percepire gli eventi del passato come un qualcosa che, essendo connesso col presente, possa trascinare con sé nell’oblio di un “Buco Nero” misterioso anche quegli attimi che consideriamo importanti per noi stessi. La chitarra, elemento strutturale dell’intero album, dipinge sonoramente ambientazioni tra loro eterogenee, passando da brani rock, come “Un pezzo di stoffa”, o che presentano le distorsioni tipiche del noise-rock, come in “Buco Nero” o “Anna”; non mancheranno brani più crepuscolari come “Questa Panda”, in cui i pensieri intimisti di Altieri trovano spazio all’interno di un’atmosfera melodica dal sapore romantico. Ascoltando l’album si entra quindi all’interno di un mondo in lento decadimento, dove ogni cosa perde la propria vivacità, la propria presenza, diventando piano piano un qualcosa appartenente al passato. Insomma, “Buco Nero” non è un album leggero e nemmeno il classico album dal facile consumo, ma è un prodotto sui generis che pone e richiede una particolare attenzione al significato di ogni canzone, perché solo così si potrà veramente apprezzare ciò che Salvatore ha voluto raccontarci.
TRACCIA PREFERITA: Buco Nero
Tags: Buco nero, recensione, Salvatore Altieri