- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 19/02/2021

“Agarthi” è il titolo dell’ultima opera concepita da Sem&Stènn, a quasi tre anni dal primo progetto inedito “Offbeat” plasmato pochi mesi dopo l’uscita del duo dal talent X-Factor.
Un album caratterizzato da sonorità estremamente particolari, tant’è che la prima canzone (che poi è la titletrack) ricorda la dance anni ’80 mescolata ai Rammstein più elettronici.
Segue “Froci e normali”, la mia preferita, che coniuga lo stile dei Depeche Mode ad un testo che denuncia la falsità e l’ipocrisia della nostra società; “18 anni”, la terza traccia, fa pensare ad un Achille Lauro un po’ più techno, così come “K.O.” (feat. YaMatt), che però è più orientata verso la trap.
“Ok Vabbè” è il quarto brano di “Agharti”: qui la musica si fa più pacata, con un synth che sovrasta e traccia la linea vocale; in “Mille pugni”, invece, i ritmi trascinati su una base trap raccontano di una trance post sbornia, forse presa nel locale al centro di “Ho pianto in discoteca” (feat. CRLN), il cui groove narra con amarezza il decorso di una serata all’insegna di alcol ed eccessi, che culminano poi in “Champagne”.
“Luna e Venere” ricorda uno spot pubblicitario anni ’80, dati i beat molto calcati e il synth estremamente riverberato, mentre “La notte con il sole” (feat. Kylome), ultimo brano dell’album, parla di inadeguatezza, voglia di mollare tutto e partire, in un’atmosfera di rassegnazione notturna.
Le sonorità davvero particolari di questo LP fanno presagire un grande futuro per Sem&Stènn, che oltre al talent di Sky sotto la guida di Manuel Agnelli ha partecipato all’EuroSonic Festival nel 2019, e piace la loro voglia di sensibilizzare la nostra (bigotta?) nazione verso i diritti negati alla comunità LGBT.
Bravi!
TRACCIA PREFERITA: Froci e normali
Recensione a cura di @alesdrasan 📝
Tags: Agarthi, recensione, Sem&Stenn