- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 20/11/2020

“Famoso”, da molti definito come l’album dell’ anno, è finalmente fuori: il quarto progetto in studio del rapper di Cinisello Sfera Ebbasta ha visto la luce ieri, accompagnato da un hype clamoroso che già di per sé rende questo lavoro un successo annunciato.
Tredici brani e tanti featuring di livello assoluto, che catapultano indirettamente il lavoro anche oltreoceano: dopo 24 ore “Famoso” può già annoverare due brani nella top 50 mondiale di Spotify, ed ha già conquistato uno scontatissimo disco d’oro che diverrà di platino a breve.
Sono proprio le collaborazioni il valore aggiunto del progetto, che coadiuvate dal lavoro produttivo di Charlie Charles & soci risultano subito apprezzabili all’orecchio più mainstream: spicca dunque la trap accessibile e spensierata di “Abracadabra” con Future, ma soprattutto il reggaeton di “Baby” con J Balvin, dove si racconta di una forte attrazione fisica; degna di nota anche la proclività rock di “Hollywood” con Diplo, dove Sfera espone le proprie riflessioni sulla ricchezza, ma anche la collaborazione tutta italiana di “Tik Tok”, dove il livello viene alzato dai pesi massimi del rap di casa nostra Marracash e Guè Pequeno.
I contenuti di “Famoso” si mantengono indirizzati verso un target d’età piuttosto giovane, con pochi picchi liricamente validi: il 27enne rapper cede spesso all’esaltazione di sé stesso, con molti riferimenti alla sua ascesa musicale e monetaria; ed è un peccato, perché quando si gioca la carta dell’introspezione (“Bottiglie privè”, o la sentimentale “Male”) se la cava egregiamente.
Non convince invece la collaborazione con Steve Aoki in “Salam Alaikum”: dal producer statunitense ci aspettavamo decisamente qualcosa di più arduo che un pop-reggaeton; “6 AM”, invece, è innegabilmente l’anello debole di “Famoso”, a causa dell’attitudine soft pop che esula completamente dal resto del progetto.
Nulla da dire sul flow utilizzato da Sfera, che non scopriamo certo oggi: pur permanendo nella propria zona di confort l’artista si lascia apprezzare proprio per la musicalità dei suoi versi, che raramente si spingono verso punchline ad effetto.
“Famoso” spicca inoltre per l’immediata orecchiabilità, che può diventare un arma a doppio taglio nel prossimo futuro: siamo convinti che il meglio di Sfera Ebbasta debba ancora venire, ed emergerà quando il suo personaggio sarà fortificato da una comprovata maturità artistica (chiedere per informazioni ai feat italiani del suo album, che hanno pubblicato il loro miglior progetto a 40 anni).
TRACCIA PREFERITA: MALE
Tags: Famoso, rap italiano, recensione, Sfera ebbasta