- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 25/11/2021

Dal 2019 a oggi, Shiva ha abituato i propri ascoltatori alla pubblicazione di un capitolo all’anno di “Take”: una serie di freestyle in cui il rapper milanese mette in mostra le sue abilità tecniche e di scrittura. Purtroppo l’album “Dolce Vita” pubblicato qualche mese fa non ha ancora dato i risultati sperati nonostante il singolo “La mia storia”, che aveva fatto presagire un ritorno alle origini e un altisonante featuring con Lil Baby. Adesso però l’artista classe 1999 non sente più la pressione di un disco ufficiale, e può permettersi di offrire al proprio pubblico quello che vuole, senza compromessi.
Anche in “Take 3” la produzione è affidata ad Adam11, il quale ha dato vita ad un beat trap inquietante permettendo al rapper di raccontare una serie di episodi tratti dal suo passato. I riferimenti al crimine, le riflessioni sulla vita di strada, e gli omaggi alle leggende del rap americano degli anni ’90 rendono il brano interessante e vario. Sebbene non utilizzi un flow particolarmente elaborato, Shiva riesce a catturare l’attenzione fin dai primi istanti. La narrazione descrittiva accentua la pesantezza delle tematiche trattate: il rapper parla di armi, droga e retate con disinvoltura; con la voce riesce a soffermarsi sulle parole chiave del testo, sottolineando la drammaticità delle storie.
Il singolo chiude un anno molto importante per l’artista di Legnano: al di là dei risultati Shiva è riuscito a rimanere tra i personaggi di spicco del rap nostrano, con uscite costanti e di buona qualità che hanno confermato il suo talento. Questi freestyle lasciano l’autore nella propria zona di comfort, ma allo stesso tempo hanno il pregio di evidenziare i suoi punti di forza, in attesa che vengano sfruttati a dovere in un nuovo progetto ufficiale.
Tags: rap italiano, recensione, Shiva, Take 3