- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 08/04/2019

Le premesse/promesse, in ”Paura e l’amore” (quinto album in studio per la band) non sono state disattese, anzi, si sono dimostrate molto avvinghiate alle origini, quasi troppo.
Difatti, sin dalla prima traccia ”Lisa ha sedici anni”, ritroviamo nella descrizione della protagonista quei lineamenti tipici dei testi della loro prima band, che vanno raccontandoci un’infanzia problematica ed un percorso altrettanto arduo per dimenticarlo; A seguire, ci imbattiamo subito nell’anima punk del gruppo, che si materializza in maniera inconfondibile con ”Baby Blu”, dal testo superficiale ma efficace; anche in ”Mio padre non perdona” e ”Il più ricco del cimitero” ritroviamo la stessa risolutezza, con sfumature sempre pungenti nelle musiche e nelle liriche.
”Quel ragazzo speciale” è forse la traccia che più ci riporta al capitolo Prozac: frasi ripetute e testi un pò straniati, ma che rimangono in testa nell’immediatezza; ”Agnese non ci sta dentro”, invece, è lo storytelling di una ragazza tormentata dal passato e dagli abusi subiti, e va ribadendo i concetti già espressi nella prima traccia.
In questo album trovano spazio anche ritmi più pop-rock, come nella malinconica ballad ”Puoi ancora”, nella più acid ”Anche Tim Burton la sceglierà” e nella effimera ”Impermanente”, dedicata ad una relazione instabile.
I fan di lungo corso apprezzeranno sicuramente questo lavoro della band di Pordenone, che arriva a due anni esatti di distanza dall’album ”Un giorno nuovo”: la concisione dei testi e l’attitudine ritmica punk old school permettono a questo gruppo di mantenere un fascino particolare, quasi badiale per i cultori del genere, che si staranno fregando le mani nell’attesa di pogare dal vivo con questi nuovi incisi.
TRACCIA PREFERITA: PUOI ANCORA