- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 26/03/2021

“Beyond the Illusion” è il terzo album del tastierista romano Stefano Panunzi che, già con i precedenti lavori (“Timelines” del 2005 e “A Rose” del 2009) si è dimostrato un artista abile a convogliare generi tra loro eterogenei verso un’unica metà artistica.
Questa sinestesia sonora è ravvisabile anche in “Beyond the Illusion”, in cui atmosfere ambient jazz avvolgono calorosamente quell’impronta Art-Rock e Progressive-Rock tipica di Panunzi.
L’album è composto di ben 12 tracce, brani non facilmente scorrevoli, anzi: ogni singola canzone presenta delle particolarità veramente uniche, come nel caso di “The Bench”, dedicata al compianto amico di penna Mick Karn dei Japan ( il quale suonò nei primi due album solisti di Panunzi) in cui, su accordi pianistici, tromba e chitarra elettrica si contrappongono e poi si uniscono, in un meraviglioso gioco di rimandi melodici.
“Beyond the illusion” non è un album scontato: come si evince già dal testo, il suo scopo non è quello di rimanere in superficie, bensì quello di andare “al di là dell’illusione”, quindi cercare, attraverso la fusione di più stimoli musicali, una verità personale, intima e originale.
TRACCIA PREFERITA: The Bench