- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 23/11/2021

L’11 novembre, per “Abeat Records”, è uscito “Stànzia”, album generato dall’unione musicale di Tommaso Sgammini (pianoforte) e Filippo Macchiarelli (contrabbasso), a cui si aggiunge sovente la meravigliosa, elegante ed ipnotica voce di Camilla Battaglia.
Per comprendere il titolo assegnato a questo album occorre ripercorrere l’origine del termine “stànzia”, il quale non solo designa un determinato ambiente (una “stanza” per l’appunto, nel senso di “vano”), ma fa inoltre perno sull’immagine di un qualcosa che occupa una porzione di spazio, ricollegandosi al concetto di “stasi”, dunque l’arresto momentaneo di qualsiasi attività e sviluppo.
Per dare corpo al termine designato come titolo, le nove tracce sembrano voler rendere manifesta la condizione d’oggigiorno descrivendo con la musica non solo la staticità, ma anche la limitazione di movimento e d’azione: pochi strumentisti ed una sola voce, creando così un’ambiente musicale dal carattere intimistico e fortemente creativo.
Sgammini, Macchiarelli e Battagli dialogano continuamente tra di loro, instaurando così un rapporto volto a dare vita a una profonda maieutica sonora in grado di far emergere progressivamente dallo scorrere delle tracce una dimensione umana più genuina, pura.
Questa genuinità deriva proprio dalla situazione-limite descritta dal titolo dell’album: nonostante esso sia stato creato da musicisti chiusi in uno spazio limitato, la musica da loro creata travalica i limiti di spazio, emanandosi ed espandendosi anche attraverso percorsi sonori ignoti e misteriosi che solo il jazz riesce ad esplorare.
TRACCIA PREFERITA: il Maratoneta
Tags: Filippo Macchiarelli, recensione, Stànzia, Tommaso Sgammini