- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 22/02/2023

Ad una settimana dalla conclusione del 73º Festival di Sanremo, Ultimo ha rilasciato il suo nuovo album “Alba”, omonimo del singolo con cui ha gareggiato.
Alla kermesse sanremese, il cantautore romano figurava certamente tra i grandi favoriti e, in fin dei conti, il suo piazzamento finale ha anche superato le aspettative: visti gli screzi avuti con la sala stampa al termine della sua precedente partecipazione nel 2019, difficilmente Ultimo sarebbe potuto andare oltre il quarto posto ottenuto.
“Alba”, sia per quanto riguarda la singola canzone che il concept dietro l’intero progetto, nasce dall’intenzione di allontanare i fantasmi e il mood più cupo del suo predecessore “Soli”, ripartendo così da una ritrovata fiducia in sé stessi. Per quanto riguarda la musicalità del disco, non c’è molto da dire. Il discorso è sempre lo stesso quando si parla di Ultimo: un out-out in cui o lo ami alla follia o l’esatto opposto.
Personalmente, risulterei incoerente se affermassi di appartenere ai primi. A mia discolpa, ma anche a dimostrazione del mio tentativo d’imparzialità, riconosco comunque di non rientrare nel suo target di pubblico. Approcciandomi ad “Alba”, non riesco a non notare come diversi brani finiscano per ricalcare sempre la medesima formula, in cui l’equilibrio generale finisce per essere spezzato verso metà o tre quarti della durata della traccia dal classico crescendo del suo cantato. È questo il caso di “Alba” stessa, così come di “Nuvole”, “Amare” o “Tutto diventa normale” su tutte.
Stesso effetto anche per “La pioggia di Londra” e “Tornare a te”, amplificato qui dalla dubbia scelta di porle una dopo l’altra nella tracklist.
Cerca di distinguersi un po’ dal resto “Joker”, dichiaratamente ispirata all’interpretazione di Joaquin Phoenix del noto arcinemico fumettistico: il risultato, però, non rende minimamente onore alla suddetta performance da Oscar. Strappano una sufficienza “Tu”, un orecchiabile tentativo di approcciarsi a sonorità RnB, e “Ti va di stare bene”.
L’impressione generale è che la forte ripetitività che caratterizza “Alba” sia solamente la naturale conseguenza del frenetico approccio di Ultimo alla pubblicazione dei propri album: ben 5 in poco più di 6 anni di carriera ufficiale. Forse occorrerebbe prendersi un po’ più di tempo tra un progetto e l’altro per evitare questo continuo effetto cliché. In ogni caso, “degustibus”.
Traccia preferita: “Tu”
Tags: Alba, recensione, Ultimo