- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 05/04/2019

Niccolò Moriconi, classe ’96, nell’ ultimo anno e mezzo ha visto stravolta la sua vita. La pubblicazione di tre album, la vetta della classifica, vincitore di Sanremo Giovani, le polemiche dell’edizione di quest’anno nella categoria big… Chi non ne uscirebbe sconvolto? Niccolò, Ultimo per la maggior parte d’Italia, ne è uscito invece fortificato: l’esperienza accumulata, per un ragazzo di 23 anni, è gia parecchia, ed i sold out di tutte le date del suo prossimo tour nei palazzetti sono una prova che il ragazzo, che piaccia o no, ha fatto le cose per bene.
Come dicevamo il suo ultimo album, ”Colpa delle favole”, è il terzo lavoro del cantautore romano in quindici mesi. Un progetto carico di responsabilità, dove Ultimo prova a dimostrare di poter continuare a cavalcare l’onda del grande successo derivato da ”Peter Pan”, uscito poco più di un anno fa.
La prima traccia è quella che da il nome all’album, e che sembra voglia dare una sferzata rock nel nuovo percorso di Ultimo: grande enfasi e trasporto, nel quale l’artista si rimprovera di non aver conquistato l’adeguata maturità, che gli possa permettere di affrontare con meno superficialità svariate scelte di vita. A seguire, il brano ”I tuoi particolari” , oggetto di tante polemiche durante e soprattutto dopo l’ultima edizione del Festival di Sanremo: bellissimo, meritava davvero la vittoria. E la traccia successiva, ci ha dato l’idea di esserne un pò la continuazione: in ”Quando fuori piove” troviamo lo stesso filone di rimpianti, leggermente più rassegnati e sicuramente meno struggenti.
Nella indie-pop ”Ipocondria”, Niccolò scherza con la sua reale ossessione per le malattie, che va ad intrecciarsi con una complicata storia d’amore; a seguire, un’altra traccia che ha anticipato questo album, ”Fateme cantà”: un omaggio per espletare l’ attaccamento alla sua città natale, usandone il dialetto per dichiarare la sua voglia di canto, che sempre lo aiuta e sempre lo aiuterà a districarsi dalle negatività che veleggiano attorno alla sua vita e carriera.
L’album prosegue con la bellissima ”Rondini al guinzaglio” (prossimo singolo in heavy rotation): quasi un grido d’aiuto dell’autore, che sogna di evadere dal mondo reale assieme alla persona amata; anche nelle tracce successive è l’amore (quasi sempre logorato) il fil rouge al quale si avvinghia Ultimo, come la grintosa ”Amati sempre”, la malinconica ”Quella casa che avevamo in mente” oppure la dolce ”Piccola stella”, una vera e propria dichiarazione.
La decima traccia dell’album, ”Aperitivo grezzo”, si dissocia quasi completamente delle tematiche affrontate nell’album, ricordando con rammarico i tempi passati e le amicizie di paese, quando ancora era solamente Niccolò; seguono due traccie molto emotive: ”Fermo” enuncia la mancanza di stimoli dell’autore nel cambiare le carte in tavola, mentre ne ”Il tuo nome (comunque vada con te)” si narra quell’infinità di circostanze e avvenimenti che, nel loro piccolo, riportano il ricordo di lei, ennesima storia finita.
Il lavoro del ventitreenne Moriconi si chiude con la tredicesima traccia ”La stazione dei ricordi”, molto riflessiva, parlata, ed accompagnata solo dal pianoforte: una splendida fotografia delle emozioni provate dal cantautore romano, che con la frase ”non è monotonia, è il mio rifugio personale” giustifica in modo sensibile la sua predisposizione alle questioni di cuore.
Ultimo con questo album conferma le sue peculiarità, a volte un tantino irriverenti, che spesso servono a mascherare le frequenti domande esistenziali e titubanze. Ci regala comunque un buonissimo progetto, che incarna perfettamente le qualità canore e compositive di un ragazzo dal talento innato con delle potenzialità enormi, che di Sanremo, nel caso volesse tornarci, può vincerne a iosa.
TRACCIA PREFERITA: RONDINI AL GUINZAGLIO