- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 21/10/2021

Manca ormai pochissimo all’uscita del nuovo lavoro in studio del Vasco nazionale, prevista per il 12 novembre e accompagnata da una grande aspettativa, come ogni novità legata al rocker di Zocca.
Nel frattempo, per placare l’impazienza dei fan, il 14 ottobre si sono aperte le danze con “Siamo qui”, titletrack e primo singolo ad anticipare l’uscita dell’album.
“E’ la canzone attorno a cui ho costruito il disco” dice lo stesso Kom, che vuole evidentemente mandare un messaggio molto chiaro riguardo al proprio punto di vista sulla società attuale a prescindere dalle pandemie e dai lockdown, tanto che il brano è stato scritto prima di tutto questo.
“Siamo qui pieni di guai, a nascondere quello che sei dentro quello che hai”: una critica ad un mondo che cerca più l’immagine che la sostanza, dedicando un’attenzione sfrenata alla tecnologia e ai social piuttosto che alla ricerca interiore, senza soffermarsi su ciò che realmente ci portiamo dentro.
Spunti e riflessioni di un uomo maturo e consapevole che cerca di aiutare il proprio pubblico ad aprire gli occhi, a diffidare da chi punta al profitto al di là dell’umanità, da chi ci dice in modo subliminale chi dobbiamo essere e cosa dobbiamo fare, obbligandoci così a nasconderci o a doverci proteggere.
Una ballad che ricorda le canzoni migliori del rocker, con un inizio di chitarra acustica che lascia spazio poi a un crescendo di suoni, raggiungendo il proprio culmine in una ritmica serrata, addolcita da un’atmosfera onirica di archi.
Inizialmente, spiega lo stesso Vasco alla presentazione milanese di questo nuovo lavoro, il brano doveva chiamarsi “Siamo qui, pieni di guai”, titolo poi edulcorato nell’etichetta, ma che mantiene ben chiaro il proprio messaggio tra le righe del testo.
Un Vasco Rossi ispirato e un po’ filosofo quello che ritorna sulla scena, che probabilmente non si rinnova in modo particolare a livello di sound e melodie, ma che sicuramente dimostra di avere qualcosa da dire e decide di farlo senza alcun compromesso.
Tags: recensione, Vasco Rossi