- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 30/09/2022

A sette anni di distanza dall’uscita del loro ultimo album “Endkadenz”, diviso in due parti, ritornano in scena i Verdena con un progetto musicale innovativo e senza dubbio fortemente atteso dai fan: “Volevo magia”.
Il nuovo album della band bergamasca è composto da 13 brani attraverso i quali percepire tutta l’essenza di questo trio, ma è bene fare delle premesse: non ci troviamo di fronte ad un album di facile comprensione. Lo stile dei Verdena è molto singolare, ed oltre alle sonorità virate al punk rock e al post-rock, con diverse influenze grunge, sono i testi criptici e per nulla limpidi a rendere l’ascolto di questo progetto sicuramente complesso e multiforme. Non basta solo un ascolto superficiale per comprenderne le diverse sfumature, né tantomeno apprezzarle.
I Verdena, in passato definiti “i Nirvana italiani”, offrono al proprio pubblico brani molto rudi ed energici come “Pascolare”, “Paladini” o la stessa title track dell’album, inframmezzate da sonorità più soft e delicate ma costantemente coerenti con il bagaglio culturale e artistico del gruppo, come “Certi magazine”, “Cielo Super Acceso” o “Sino a notte (D.I.). Come anticipato, i dubbi maggiori sorgono quando ci si approccia all’analisi dei testi: la difficoltà sta proprio nell’apprezzare delle liriche tanto enigmatiche, da risultare a tratti incomprensibili.
Sicuramente per chi si avvicina ai Verdena per la prima volta con questo progetto, risulterà molto difficile lasciarsi andare allo stile e all’energia del gruppo, ma per i grandi fan sarà un ritorno in scena decisamente apprezzato. I Verdena tornano sul mercato portando il rock ad un nuovo livello, sperimentando fra sonorità distorte ed tratti quasi disturbanti, la cui una sinergia rende “Volevo magia” un progetto totalmente differente dalle proposte musicali mainstream. Ma in merito a questo aspetto, i dubbi erano pochi.
Traccia preferita: “Sino a notte (D.I)”
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