- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 15/02/2022

Quale occasione migliore di San Valentino per dedicare delle strofe d’amore alla propria ragazza? Ecco, Villabanks ha deciso anche quest’anno che nessuna donna meriti il suo amore, anzi, citando le barre d’apertura di “Il Doc 2” “Serve una che mi succhi il c*zzo per il 14 febbraio / un anno dopo non ho cambiato piano”. Questo format per la festa degli innamorati è stato inaugurato lo scorso anno, ma stavolta a fare la differenza ci sono due ospiti anche loro sempre molto delicati quando devono parlare di donne: Tony Effe e Guè.
La collaborazione con due degli artisti più seguiti è la dimostrazione della buona riuscita del percorso di Villa fino a questo momento. L’artista ha iniziato a rappare a soli quindici anni e in poco tempo è riuscito, grazie a TikTok, a diventare un fenomeno virale, ma soprattutto a replicare il successo del 2019 negli anni successivi.
La volgarità è il marchio di fabbrica dell’artista, che fin da subito ha saputo distinguersi per il suo modo di fare apparentemente disinteressato, in realtà studiato appositamente per provocare il pubblico e instillare un senso di ribellione nei fan più giovani.
Sì, perché l’ascoltatore medio di Villabanks ha un’età bassa, il che non si traduce automaticamente in una minor qualità del prodotto. Il rapper punta a catturare l’attenzione solo di un determinato tipo di pubblico – quello che attualmente influisce di più sul mercato discografico – e invitare degli ospiti di cui uno ha quasi il doppio dei suoi anni vuol dire sia coinvolgere una nuova fetta di ascoltatori che avere l’approvazione per il proprio operato.
“Il Doc 2” è un brano irriverente e spensierato, privo di alcun secondo fine se non quello di divertire. Ai rapper è bastato quindi allontanarsi dal politically correct dilagante e dar vita a delle strofe in cui la maleducazione regna sovrana, senza il bisogno di scendere a compromessi.
Tags: Guè, rap italiano, Tony effe, Villabanks