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Vinicio Capossela: Tredici canzoni urgenti | Recensione | Primo Ascolto

Quattro anni dopo “Ballate per uomini e bestie”, Vinicio Capossela ha pubblicato un nuovo album, dal titolo “Tredici canzoni urgenti”.

Il disco, come suggerito dal titolo stesso, nasce dall’urgenza, più che naturale per un artista, di affrontare le problematiche più importanti che stanno affliggendo il nostro mondo di questi tempi, dandogli una voce effettiva in musica. Ad esempio, “All you can eat” si pone contro il capitalismo e il suo estremo consumismo. La diffusione della nota formula di vendita nei ristoranti ne è l’emblema: pur di risparmiare e approfittare della convenienza dell’affare, si consuma ben più cibo di quanto se ne necessiterebbe realmente. La conseguenza è uno spreco di risorse immane, che arreca solo danni al nostro ecosistema.

“Sul divano occidentale”, invece, Vinicio spiega come, al giorno d’oggi, basti davvero poco per sentirsi testimoni di ciò che ci sta accadendo intorno. Piuttosto che sul “fronte occidentale”, i bombardamenti d’informazioni ci colpiscono nel salotto, rendendoci però indifferenti verso ciò che accade al di fuori delle mura di casa.

Soffermandoci più sul lato musicale, quest’ultimo risulta il brano più sperimentale dell’intero progetto, anche grazie ai suoi ospiti: il reggae di Bunna, Sir Oliver Skardy e Raiz si alterna, quasi in opposizione, a sonorità elettroniche dal ritmo irrequieto.
Sempre parlando di collaborazioni, ne “La cattiva educazione” troviamo Margherita Vicario, in un duetto che condanna gli abusi domestici e la misoginia della cultura patriarcale, capace di azzerare la libertà e le emozioni dei bambini.

Ma c’è molto altro ancora: i disagi delle carceri in “Minorità”; la celebrazione dell’importanza delle donne in tempi di guerra in “Staffette in bicicletta”; gli omaggi a Brecht e ad Ariosto.

Infine, “Tredici canzoni urgenti” si chiude con due particolari appelli di Vinicio Capossela; ne “Il tempo dei regali” ci invita ad apprezza la vita stessa come regalo più grande che possa mai esistere, mentre “Con i tasti che ci abbiamo” suggerisce una riscoperta dell’immaginazione per ovviare ai drammi che popolano il nostro mondo.

Traccia preferita: “La cattiva educazione”

TESTI
4/5
MUSICA
3.2/5
ORIGINALITA'
3.5/5

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