- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 26/04/2023

Purtroppo (o per fortuna), fin dagli inizi della propria carriera, Vipra è sempre stato particolarmente antipatico all’ambiente discografico: già come cantante dei “Sxrrxwland”, in quanto parte di un progetto difficilmente etichettabile, in un momento storico in cui, per l’italiano medio, o eri pop o eri rap/trap; con il primo album da solista, “Simpatico, solare, in cerca di amicizie” c’era stato un tentativo di avvicinamento, ma anche questo non è andato a buon fine.
Nasce così il suo secondo album, dal titolo “Musica dal Morto”, in cui l’artista prende spunto dalle storie di alcuni personaggi memorabili dell’industria dello spettacolo, drammaticamente scomparsi in seguito ad un problematico rapporto con la fama, per schierarsi infine contro l’industria musicale e il malato sistema egocentrico che propone: o diventi un “Mr. Popstar” dai buoni numeri, ma sterile di significato o non duri affatto. Questo avviene perché, citando l’artista stesso, “uomini e topi non sono così diversi”: entrambi puntano solo alla propria sopravvivenza, anche andando a discapito di altri.
I titoli stessi ci indicano chiaramente chi siano alcune di queste celebrità (Mia Martini, Luigi Tenco, Sid Vicious, Joey Image, Mango, ecc) ma molte altre vengono anche solo citate implicitamente all’interno dei brani (Enzo Tortora, Lady Diana, ecc).
Il sound scelto, fortemente aggressivo, è anch’esso affine ai chiari intenti rivoluzionari proposti: spazia tra varie sfumature del punk rock, talvolta prendendo spunto anche dall’artista a cui la singola traccia è dedicata (l’esempio più lampante è “Quiet Kid – FLINT”, dove si percepisce immediatamente l’eredità del frontman dei The Prodigy).
Spesso, comunque, l’ambito tematico si spinge oltre quello discografico, andando a toccare i più scomodi argomenti di critica socioculturale odierna. Non essendo filtrato o censurato in alcun modo, il messaggio, fastidioso nel senso buono del termine, colpisce dritto in faccia l’ascoltatore, costringendolo a qualcosa di più di una semplice presa di coscienza verso la realtà dei fatti. Parafrasando “Pugni e Calci – DIMEBAG”, i pensieri di Vipra “sono come vetri infranti” e noi (stronzi) “ci camminiamo sopra scalzi”.
Traccia preferita: Guardami – MANGO
Tags: Musica dal Morto, rap italiano, recensione, Vipra