- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 16/05/2022

La penna schietta ed ironica del rapper atipico Willie Peyote si fa sentire forte e chiara in “Pornostalgia”. Un disco più maturo e consapevole, figlio di un periodo in cui ognuno di noi ha cercato di trovare una via d’uscita a modo proprio. Per Willie la soluzione è stata quella di guardare al passato, da qui la nostalgia citata nel titolo dell’album, per riuscire a fare un passo avanti verso il futuro.
“Ufo” ci introduce i temi delle 13 tracce che compongono “Pornostalgia”, e tra una critica all’industria musicale (“All you can hit”) ed alle contraddizioni del nostro paese ci sentiamo in diritto di “Fare schifo”: nonostante le esperienze e la voglia di fare, verremo sempre abbattuti da eterni ruoli da stagisti, nel lavoro come nella vita, e quindi, che senso ha lavorare su sé stessi se poi non veniamo valorizzati da nessuno?
“La colpa al vento” featuring Godblesscomputers ci porta nella parte più introspettiva dell’album, quando vediamo le nostre occasioni di rivincita sfumare davanti a noi e ci rassegnamo a ripeterci che “Tanto va così” (“Prima”) e che dobbiamo essere versatili e originali, solo per ricevere in cambio la solita pacca sulle spalle. “Il furto della passione” a cui si lega il monologo di Emanuela Fanelli ci apre gli occhi: abbiamo sempre pensato che la felicità sia un furto, ma nella realtà “la felicità è un bel risarcimento”, per tutti i momenti down che siamo stati costretti a subire.
Willie ragiona sul cosa vuol dire “Diventare grandi” insieme a Samuel e ironizza sul fatto che “I soldi non esistono” (featuring Speranza e Jake La Furia) ma spesso definiscono il valore di una persona, e intanto raggiungiamo “Robespierre” (featuring FASK) quando tutti si sentono in dovere di darci consigli, ma tanto, eravamo sempre meglio prima. Chiude il progetto “Sempre lo stesso film” in cui Willie si mette completamente a nudo con tutte le sue insicurezze.
“Pornostalgia” è un disco completo, che contiene testi con tematiche sociali ed introspettive oltre che suoni elettronici e pop: Willie Peyote ha di nuovo centrato il punto, e forse guardare al passato per affrontare il futuro è la scelta giusta.
TRACCIA PREFERITA: La casa dei fantasmi
Tags: Pornostalgia, recensione, willie peyote